Un po’ per esperienza diretta, un po’ per consigli, un po’ per suggerimenti online. Questo “collage”, schematico, strutturato a punti, (in due parti, due post separati) è finalmente un qualcosa di UTILE. Una sorta di pubblicità progresso, uno slancio di altruismo. Strutturato per accompagnare lo studente dalla preparazione del suo esame fino al momento della “prestazione”.
a chi mi rivolgo: a studenti universitari (ciò non toglie che possa essere utile, magari semplificando il tutto essendo più easy ciò che si studia, a uno studente delle superiori). Faccio però riferimento a uno specifico tipo di prova, QUELLA ORALE. Non dico chiaramente che una prova scritta sia più facile di un orale, ma di certo il metodo che si va applicando è “diverso”: può mancare del tutto la ripetizione orale anche ai fini della memorizzazione, che è invece NECESSARIA per l’altro tipo di prova, può essere meno incidente il fattore emozionale, viene un po’ meno l’effetto “domanda a bruciapelo”, avendo più tempo per pensarci (potete chiaramente “saltare” una domanda, soffermandovici dopo, senza che questo comporti necessariamente un cattivo esito della prova. Se invece “saltate” una domanda a un orale, ammettendo candidamente “non lo so” , siete a un passo dalla bocciatura).
Pronti partenza via.
1- prima dello studio vero e proprio. Anche se non sembra, è la fase più importante, perchè è quella dove VOI avete un ruolo decisionale più attivo. Dovrete infatti stabilire QUANDO dare l’esame, COME dare l’esame, in QUANTO TEMPO (indicativamente) prepararvelo, QUALI obiettivi prefissarvi. E organizzarvi di conseguenza.
Domanda iniziale: FREQUENTO O NO?
E’ da lì che dovete partire, siamo al momento in cui ancora ci sono le lezioni. Chiaramente questa domanda potete porvela solo nel caso in cui la frequenza non sia obbligatoria.
PRO: frequentando IN MODO ATTIVO si ha modo di avere appunti PROPRI, personalmente elaborati, si ha modo di capire (anche a grandi linee) l’argomento in questione, tanto che si può saltare la prima fase di studio sul manuale (vedi sotto), si ha modo di ricordare prima e meglio, si ha modo di porre domande nel caso in cui qualcosa non sia chiaro, si ha modo di capire quali argomenti il professore tratta con più attenzione e quali più velocemente (se non è un completo bastardo, in linea di massima sono quelli più trattati a lezione gli argomenti che verranno anche più chiesti). Ricordate che diversi professori, probabilmente per proprio autocompiacimento, AMANO sentirsi citare, per cui se alla domanda X sarete in grado di utilizzare PROPRIO quell’espressione lì, sarà una marcia in più per voi.
Ma come appena detto dovete frequentare IN MODO ATTIVO, SE frequentate. Ossia:
-prendete appunti non a tirar via, ma accuratamente.
-STATECI con la testa
-cercate di interiorizzare l’argomento trattato
-chiedete, o a studenti più preparati o (meglio) al professore stesso (e alzatela sta mano pubblicamente, mica vi mangia!) cosa non avete capito.
E’ DEL TUTTO INUTILE SE NON ADDIRITTURA CONTROPRODUCENTE FREQUENTARE SE:
-1) notate che il professore tutto sommato segue il manuale per filo e per segno, e il manuale è chiaro.
-2) non riuscite per qualsiasi motivo a frequentare in modo attivo, per cui diventa una perdita di tempo e basta
-3) la materia è in linea generale di facile comprensione, l’esame vale pochi crediti, siete un po’ in ritardo, state preparando più esami contemporaneamente.
-4) le lezioni sono UN CONTINUO RIMANDO al manuale. Quando cioè il professore a lezione non spiega e approfondisce, ma si limita (anche per questioni di tempo) a enunciare a grandi linee i concetti base, scarni, per poi rifilarvi frasi come : “per questo, vi rimando al manuale”. “questo non mi ci soffermo, è fatto bene sul manuale”. Insomma, in tal caso frequentate solo se il manuale è effettivamente poco chiaro, o non sapete un’ acca di quella materia, per cui vi serve qualche “input” iniziale.
Ricordate poi che UN CONTO è frequentare SPORADICAMENTE UN CORSO (ed è DEL TUTTO inutile: se decidete di frequentare quel corso, è perché lo dovete frequentare costantemente nei limiti del possibile e in modo attivo) e un conto è frequentare IL GIORNO CHE SAPETE CHE IL PROFESSORE TRATTERà DI UN ARGOMENTO UN PO’ DIFFICILOTTO E POCO CHIARO. In tal caso è utile, tenetevi informati dagli altri colleghi in merito a dove è arrivato il professore e, se lo sanno, quando tratterà quella parte che proprio non vi va giù.
SE DECIDETE DI NON FREQUENTARE, questo non giustifica che dovrete girarvi i pollici a casa, anzi in quel caso sarete I VERI ARTEFICI del vostro esame, e potrebbe essere più difficile.
Ricordate comunque di:
-farvi fornire gli appunti, anche se ritenete che il manuale sia chiaro, da chi ha frequentato con costanza. Visto mai che il professore possa aggiungere delle parti, oppure dire di saltare parti sul manuale eccetera.
-informarvi su “che tipo” è il professore. Se ha argomenti prediletti, se è un tipo puntiglioso ecc. Sono “informazioni” che uno studente frequentante sa. Voi, di contro, poco più che sapete che faccia ha il professore che vi esaminerà. INFORMATEVI.
FASE DUE: LO STUDIO NEL MANUALE.
E’ il “cuore” della vostra preparazione. Molti studenti commettono l’errore di prendere in mano il manuale nel giorno x, iniziare a studiare dalla prima all’ultima pagina, magari essendo iper lenti e iper puntigliosi all’inizio, per poi dover accelerare bruscamente alla fine, costretti a estenuanti maratone di studio. Ora, al liceo era mia abitudine (anche perchè avevo ben 11 materie ed erano molto esigenti i professori, tant’è che per me il liceo è stato un MASSACRO) rimanere quasi volutamente indietro. Insomma, sono stata interrogata? Bene, non studio quella materia finché la prof dice di nuovo che interrogherà. Così mi ritrovavo capitoli interi da studiare in pochissimo tempo, e mi esponevo al rischio dell’interrogazione bastarda di una prof che ti interroga anche se non ha finito il giro. Questo per me è stata una grande lezione di vita: un bel dito medio alzato nei confronti della tortura delle interrogazioni costanti, ora scomparse (e meno male!) , ma dall’altra parte devo un grazie al liceo per l’essermi abituata a studiare TANTO e VELOCEMENTE. Che, per carità, non saranno mai i ritmi di 600 PAGINE AL MESE, 1400 A ESAME. Ma comunque è un buon avvio. Se in quel caso avessi studiato SEMPRE con costanza, avrei percepito di più la differenza ABISSALE tra liceo= cazzata (in linea di massima, ripeto, il mio fu una tortura) e università: mattoni su mattoni da studiare.
ALL’UNIVERSITà è OBBLIGATORIO STUDIARE TANTO (O MEGLIO…BENE!), VELOCEMENTE (NON VORRETE MICA METTERCI UNA VITA?), E COSTANTEMENTE.
Uno studio senza metodo, è disordinato. Uno studio senza passione, è noioso. In entrambi i casi c’è il rischio IMPRODUTTIVITà. Dove IO per produttività intendo MASSIMO RISULTATO COL MINIMO SFORZO POSSIBILE. Il che non significa “non impegnarsi”, ma IMPEGNARSI BENE. Sono INUTILI mesi di studio per un diciotto, per dire. In quel caso è necessario rivedere il proprio metodo. Anche per ritagliarsi più tempo libero, mica solo per vedere voti più alti, chi se ne frega alla fine.
Metodo serve anche a chi prende voti alti. Servirà magari per snellire la preparazione dell’esame, mantenendo sempre lo stesso risultato. Metodo serve a tutti. Insieme alla passione per ciò che si studia o , se la materia non vi va giù, per la passione di APPRENDERE cose nuove, di sollevarsi di un gradino (quell’esame) per raggiungere la meta (la laurea). Capita a tutti di dire: CHE SCHIFO QUESTA MATERIA, NON SONO ALL’ALTEZZA DI QUESTA FACOLTà, IO SMETTO, IO VERRò COSTANTEMENTE BOCCIATO. E’ capitato a tutti. Considerate però, prima di dire che quella facoltà non fa per voi, che:
1- potrebbe piacermi strada facendo. Come il diritto. Il diritto è una lingua straniera, né più né meno. All’inizio non ci capite un cazzo e stentate a mettere in fila parole con i linguaggio tecnico, a poco a poco diventa spontaneo, e arrivate a percepire la realtà in un altro modo. Siete più attivi, più consapevoli di ciò che vi circonda eccetera. Un discorso analogo vale per tutte le facoltà.
2- potrei aver trovato solo delle difficoltà momentanee, magari perchè non vedo i risultati sperati. In tal caso, rivedete il vostro metodo di studio. Impegnatevi di più.
Insomma: prima di gettare la spugna, tirate fuori le palle.
Per il resto, io vi lascio a vostre considerazioni, vostra è la vita, vostri sono gli obiettivi, vostro è il futuro, vostre le passioni.
Trovate l’atteggiamento psicologico giusto. Pensate anche a QUANTO punto per questo esame e regolatevi di conseguenza (io per esempio punto sempre al massimo, assumendomi il rischio di ripetere un esame o rimanere indietro, ma è una scelta personalissima. Mi sono promessa che sarò un po’ più flessibile)
– fatevi un calendario e , se necessario un indice personale: Per calendario intendo: segnare col rosso la data x, CONTARE LE PAGINE DEL LIBRO, CONTARE I GIORNI A DISPOSIZIONE, DIVIDERE LE PAGINE PER I GIORNI PER AVERE UNA MEDIA DI PAGINE AL GIORNO. Non spaventatevi se risultano “tante”, è indicativa. Considerate gli imprevisti: poniamo che il vostro obiettivo sono (indicativamente) le 30 pagine al giorno. Non sempre riuscirete a farne trenta. (influenza, gita inaspettata, eccetera, insomma, come è giusto che sia…la vostra VITA) Considerate quindi nel calendario DUE GIORNI IN MENO A SETTIMANA, che potrete anche non dedicare allo studio. A patto che, nei giorno rimanenti, studierete di più.
-dividetevi i giorni quanto segue: se avete, mettiamo, due mesi e mezzo. Esamone grosso. Non dedicate due mesi AL SOLO STUDIO. Ponete che per lo scoccare del mese e mezzo IL GROSSO DELLO STUDIO L’AVRETE FATTO, RIPETIZIONE INCLUSA. Il resto è ripasso, FONDAMENTALE, anche per essere più sicuri di sé il giorno X.
Quindi direi: una settimana, dieci giorni: tempo per acquisire un’infarinata “globale” della materia. Basta anche un’attenta lettura e una sottolineatura, purchè siano chiari i passaggi chiave.
Un mese e dieci giorni pieni: studio “VERO” , e più “mnemonico”, più accurato. Seguito da ripetizione.
Il resto: ripasso, ripasso, ripasso. Anche se vi sentirete stupidi. Anche se vi verrà la nausea di ripetere sempre le stesse cose. Può risultare “noioso”, rendetelo attivo: confrontatevi con un collega (non consiglio il gruppo di studio, cioè più di un collega, a meno che non sia un gruppo davvero efficiente. Il ripasso a due è più immediato e più attivo, e serve a chiarirsi dei dubbi. Nonché a ripetersi gli argomenti a vicenda, “simulando” già l’esame)
Sconsiglio di studiare in due. Ripassare in due, ok. Studiare in due può essere noioso e dispersivo.
COME STUDIARE?
Anche se è quanto di più soggettivo vi sia, a occhio, e non solo dai risultati, si capisce subito qual è lo studente che studia bene e quello che studia male. Chi non pianifica, studia male. Chi rimanda sempre, studia male. Chi non ripete, studia male. Chi si riduce all’ultimo, studia male.
Per il resto può essere utile LA RIELABORAZIONE, anche tramite schemi e simili, fatti da voi. Aiuta a memorizzare. E’ inutile se effettivamente il tempo stringe (in quel caso, leggete e ripetete, leggete e ripetete, se vi mettete a schematizzare un libro di 1400 pagine quando il tempo è poco, non arriverete più; oppure compratevi un COMPENDIO, purchè BEN FATTO e purché non studiate solo su quello)
– oppure, se memorizzate “ascoltando la vostra voce”, iniziate a ripetere quasi da subito.
-interiorizzate la materia: quasi niente (a meno che sia filosofia pura) è AVULSO da riscontri pratici, nella realtà. Pensate anche alle vostre situazioni personali, pensate all’attualità (col diritto è facile), associate le parti più mnemoniche a aneddoti, aforismi, acrostici, create rime, “immaginate” la scena come se la vedeste coi vostri occhi, se viene descritta una situazione. Vi sentirete stupidi, è probabile. Però fidatevi, non state perdendo tempo.
-studiate cose nuove nel momento della giornata in cui siete più freschi (l’ideale è la mattina). Il resto del giorno, passate al ripasso, o alla ripetizione. Dovete interiorizzare il tutto, ripetendo le cose del giorno prima, anche velocemente, per rinfrescarle e fissarle nella memoria a lungo termine, edi tanto in tanto le cose dei giorni precedenti, per non dimenticarvele. Non studiate la sera, semmai rileggete appena prima di andare a dormire le cose (o gli schemi, meglio) del giorno stesso. Ma superficialmente: il grosso dello studio del giorno è fatto.
-se sapete che quel giorno avrete degli impegni (e ci mancherebbe altro, siete persone!), puntate la sveglia. Vi velocizzerete di conseguenza, ottimizzandovi. Invece di dire “alle 5 dal dentista, prima non studio.” Iniziate alle 2, puntate la sveglia alle 4 e mezza. Dalle 2 alle 4 e mezza sarete super reattivi e super veloci. Alle 4 e mezza, andate a prepararvi.
-fate delle pause di 10 minuti ogni ora di studio. Meglio pause brevi.
-fate attività fisica.
-non rinunciate alla vostra vita sociale.
-non è necessario che a mano a mano che l’esame si avvicina, aumentiate anche le pagine da studiare. E’ vero che “l’ansia sale” e con essa sarete più frettolosi, ma se avete pianificato bene e rispettato i piani, non ci sarà bisogno di “aumentare” il carico di studio, fidatevi.
-non procrastinate: muovetevi ORA, studiate ORA, l’argomento più difficile SUBITO, vi sentirete più gratificati.
-studiate PRIMA le cose principali, e le più difficili, le postille dopo
-NON DOVETE SEGUIRE NECESSARIAMENTE L’ORDINE DEL LIBRO. PURCHè CI SIA UNA CERTA LOGICITà E DOVE SIA POSSIBILE…POTETE STABILIRE UN ORDINE PIù CONSONO ALLE VOSTRE ESIGENZE.
-non abbiate paura se, a ridosso dell’esame, vi sembra di “non ricordare niente”. E’ un giochetto dell’ansia. Se avete studiato, e con metodo, tutto tornerà a galla.
Nella prossima “puntata” parlerò delle ultime fasi dello studio, dalla ripetizione, al ripasso, AL MOMENTO DELLA PROVA, che è un po’ il momento x.
Stay tuned.