Essere stronza coi maschi e’ un gioco che ora mi riesce benissimo.
Capricciosa, egoista, non me li cago di pezza e li tratto…come sono stata trattata.inutile dire che meno te li inculi e piu’ ti stanno addosso. Inutile dire che non ce n’e’ mezzo che mi interessi o che solo mi scoperei, inutile dire che riempono la solitudine, ma non fanno compagnia, inutile dire che ora che sto riprendendo il via francamente tutto sto vuoto non lo sento. Tutto sto bisogno spasmodico di uno…
…certo pero’ che il mio cuore e’ altrove, ma sta solo smaltendo l’ebbrezza, il cervello ha gia’ deciso. La razionalita’ spietata ha ucciso ogni sentimento, stara’ al cuore prenderne atto o meno, del resto se la mente ha staccato la spina che lo alimenta, il cuore non ha altro da fare che agonizzare un po’, quindi morire.
Sono uscita dai pensieri di morte e quindi sono rinata a nuova vita. E come una nuova nascita preceduta da un travaglio, ho davanti a me il nulla. Il nihil.
Chi sono, cosa voglio diventare, i miei progetti, il mio futuro.
E’ tutto di nuovo da ricalcolare, la brezza fredda di settembre mi sta aiutando a farlo.
Tante tantissime cose da fare, il primo scoglio e’ l’esame poi si vedra’, non mi spaventa piu’ niente a essere sincera anzi non vedo l’ora di rimettermi in gioco.
E ho abbandonato anche vecchi rancori, tanto avvelenano solo me. Sono una creatura fresca, nuova, rinata, uscita da un bagno nel Lete, imperturbabile.
Si chiama apatia, tutto questo?
Sinceramente non credo, l’apatia e’ immobilita’.
Ma non e’ nemmeno quel senso di rivalsa rabbioso, quella rabbia che ti fa muovere convulsamente. No. E’ come quando da bambina rimettevo in ordine la stanza dei giochi, pezzo per pezzo, in tutta calma, senza agitarmi troppo. Tanto alla fine il coperchio si chiudeva comunque.
E’ cosi’.
Asoettero’, muovendomi, che il destino compia i suoi giri. Per me gia’ il fatto che non voglia piu’ morire e’ gia’ un miracolo. L’essermi liberata dagli psicofarmaci…dalle persone cattive…da quel senso di inquietudine…ma volete mettere?